MILANO — «Hacked. Stavolta siamo stati buoni ma possiamo fare molto di più». Un grido di vittoria: conquistato dagli hacker. È la scritta comparsa ieri sera, verso le 19, sul sito delle Poste Italiane. Da quel momento lo spazio web è diventato inaccessibile dalla home page, con il blocco almeno parziale dell’operatività, anche finanziaria, del portale del gruppo postale. È il primo attacco nella storia del gruppo italiano che tra operazioni tradizionali, gestione dei conti postali, prodotti, carte sim telefoniche e servizi di e-commerce a privati e aziende è diventato uno degli hub principali dell’infrastruttura Internet del nostro Paese.
La squadra di ingegneri che lavora 24 ore su 24 nella control room di Roma, il cervellone sulla sicurezza informatica che l’amministratore delegato Massimo Sarmi ha fatto costruire per seguire l’evoluzione digitale delle Poste, ha subito intercettato l’attacco. Al lavoro si è messa immediatamente anche una squadra della Polizia postale. Non ci sarebbero stati problemi di sicurezza. Nessun dato, informazione sensibile né tantomeno denaro è stato trafugato dagli hacker che si sono firmati «Mr Hipo & Stutm». Anche se, a corredo dell'attacco, è comparso sul web un messaggio di vera propaganda. «Le Poste Italiane — si leggeva — sono state oscurate?! Perché questo atto di forza? Per dimostrare a milioni di italiani che i loro dati sensibili non sono al sicuro! Sembra pazzesco eppure tutta la sicurezza garantita nei servizi online di e-commerce è solamente apparente. Per vostra fortuna noi siamo persone non malintenzionate, perciò i vostri dati e i vostri account non sono stati toccati. Ma cosa succederebbe se un giorno arrivasse qualcuno con intenzioni ben peggiori delle nostre? Con questo gesto quindi, invitiamo i responsabili a occuparsi della grave mancanza di sicurezza nei servizi online delle Poste S.p.a.».
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